
Abbigliamento bio: qual è il giusto prezzo?
14 Ottobre 2021Fino ad ora abbiamo affrontato le diverse sfaccettature dell’argomento abbigliamento bio: perchè siano da preferire i tessuti realizzati con fibre vegetali da agricoltura biologica; l’importanza delle certificazioni per essere sicuri di acquistare abbigliamento davvero sostenibile; perchè abbandonando il concetto di fast-fashion possiamo davvero fare la differenza nella lotta contro l’inquinamento e i cambiamenti climatici.
Quella che vorremmo scrivere ora è una sorta di risposta a tutti coloro che reputano l’abbigliamento ecologico troppo costoso, e si chiedono il perchè sia giusto acquistare una maglietta in cotone biologico che costa di più anzichè comprarla da una delle grandi catene che si trovano in ogni città (e online, ovviamente).
I Materiali Con Cui Si Realizza L’abbigliamento Bio
L’abbigliamento bio costa di più perchè, naturalmente, le fibre utilizzate provengono da agricoltura biologica e non intensiva: la prima cerca di bilanciare la resa con altri valori per conservare le risorse naturali, la seconda ha come unico obiettivo quello di soddisfare la domanda (alimentare e tessile) di una popolazione in costante crescita, senza alcuna attenzione per quel che riguarda la salubrità del suolo e quella del prodotto coltivato.
L’agricoltura biologica, proprio perchè non fa ricorso a pesticidi, può avere appunto rendite inferiori e questo, inevitabilmente, si traduce sul prezzo, che sarà un po’ più alto: ma siamo davvero convinti che valga la pena mettere a rischio la nostra salute e quella del Pianeta per avere più magliette nel nostro armadio pagate pochi euro?
La Manodopera Impiegata Nella Produzione Tessile Bio
Avete mai guardato il documentario “The True Cost” sull’industria della moda a basso costo? Questo film interessante e nello stesso tempo devastante ci fa capire come gli abiti svenduti a prezzi ridicoli siano realizzati sfruttando la manodopera sottopagata nei paesi in via di sviluppo; questo sfruttamento del lavoro si traduce anche in condizioni lavorative spesso precarie e pericolose per l’incolumità degli operai tessili.
Dopo il crollo avvenuto nel 2013 del Rana Plaza (edificio fatiscente che ospitava migliaia di lavoratori delle industrie tessili) e che ha visto morire circa mille di loro, l’attenzione dei consumatori nei confronti del fast fashion e dei problemi ad esso collegati è aumentata: c’è maggiore consapevolezza di quello che ci sta dietro ad una semplice maglietta, e anche le multinazionali del settore sono state costrette dagli eventi a rivalutare la loro etica di lavoro.
Ma questo non basta perchè, come riferito dalla portavoce della campagna Abiti Puliti Deborah Lucchetti, la situazione di sfruttamento e sofferenza per i lavoratori e le lavoratrici del settore è strutturale e globale ed estesa a macchia d’olio in molti paesi della terra, non solo in quelli in via di sviluppo.
La Lavorazione E I Dettagli Di Un Capo D’abbigliamento Eco Sostenibile
Le piccole aziende di abbigliamento bio, spesso anche artigianali, considerano il loro lavoro come una vera e propria missione: produrre pochi capi con tessuti di qualità attraverso una lavorazione lenta e più attenta alle cuciture e ai dettagli.
La differenza tra un capo artigianale o realizzato da piccole aziende rispetto allo stesso fabbricato da una multinazionale, in serie, e in decine di migliaia di esemplari è evidente anche solo ad occhio, e utilizzandoli nel tempo il primo si rivelerà molto più resistente all’usura rispetto al secondo, concepito per essere utilizzato per pochi mesi e poi scartato, come un rifiuto, perchè completamente rovinato.
Le Certificazioni Tessili
L’abbigliamento bio ricorre alle certificazioni tessili (Fairtrade, GOTS, OEKO-TEX) per garantire che i propri capi rispettino una serie di criteri stringenti per quanto riguarda l’impatto ambientale, la qualità delle materie prime, la loro tracciabilità e il rispetto dei diritti dei lavoratori coinvolti nelle filiere del tessile; è quindi naturale che una produzione rispettosa di tutti questi criteri sia meno economica rispetto a chi produce senza tener conto dell’impatto ambientale e sociale che crea.
Ma, anche in questo caso, siamo sicuri che valga la pena risparmiare pochi euro per acquistare abbigliamento a basso costo prodotto senza rispetto del lavoro dell’uomo e del Pianeta?
Queste sono, in sintesi, solo alcuni de motivi per i quali l’abbigliamento naturale, biologico e certificato ha un prezzo diverso rispetto a quello dozzinale delle multinazionali; siamo convinte che un cambio di rotta sia impellente e necessario, e scegliendo di sostenere le piccole produzioni virtuose possiamo apportare il nostro contributo positivo. Ogni nostra scelta è importante!